Progetto culturale

Il progetto culturale promana dalla vision iniziale: «Se un uomo ha fame dagli un pesce, meglio insegnagli a pescare».  Da qui l’ispirazione legata ad importanti e condivisi valori umani che dal 2009 hanno preso lentamente corpo fino a dare avvio alla nuova esperienza nel 2012. Ripercorrere al riguardo il processo storico che ha portato ai nostri giorni è utile. Esso è bene delineato nella sezione “STORIA”, in cui vi sono molti elementi e spunti culturali che sottendono alla progettualità di fondo. Ma l’ispirazione evolve nel tempo, man mano che le persone coinvolte crescono, cambiano e trovano nuove visioni di vita, nuove motivazioni sia personali che di gruppo. Ecco quindi un sunto di vision di ieri e di oggi, grazie al continuo dialogo e confronto tra operatori coinvolti e associazioni e gruppi in rete.

Le tre A – A come Ascolto Assenza e Autonomia

Ascolto: «Il primo servizio che si deve dare al prossimo è quello di ascoltarlo» (D. Bonhoeffer)

Assenza (di giudizio): «Quando qualcuno ti ascolta davvero senza giudicarti, senza cercare di prendersi la responsabilità per te, senza cercare di plasmarti, ti senti tremendamente bene» (C. Rogers)

Autonomia: «Se un uomo ha fame dagli un pesce, meglio insegnagli a pescare» (detto africano)

Poi la quarta A, la A social (2016), arrivata con il quarto anno di lavoro intenso.

Animazione sociale: «Se una persona, una famiglia, un gruppo o una comunità hanno bisogno aiutiamole. Meglio ancora aiutiamole ad aiutarsi» (G. Faccin)

Tutto ciò perché?  «Per cercare di ricreare nella nostra realtà territoriale nuovi slanci di speranza e di fiducia, favorendo nelle persone e nella comunità nuove consapevolezze. Allo stesso modo in cui una goccia rigenera, insieme a molte altre gocce, l’oceano».

Come? Con l’Ascolto autentico e profondo, con l’Affiancamento e con l’Accompagnamento

L’ascolto autentico e profondo è lo stile di vita proposto, è il modo di essere che favorisce in tutte le persone, grazie all’empatia necessaria e all’assenza di giudizio, il processo di cambiamento verso la Consapevolezza di sé e degli altri, quindi la Responsabilizzazione e il raggiungimento dell’Autonomia.

Così è importante l’ascolto della comunità partendo dalla gente e rivolgendo l’attenzione ai bisogni primari che non sono solo quelli visibili o materiali.  Attraverso la valorizzazione delle Relazioni e del Dialogo, offrendo a tutto ciò che è virtuale e di cui siamo ormai troppo impregnati solo lo spazio necessario.  Da qui le fasi successive dell’Affiancamento e dell’Accompagnamento, che significa «esserci» per sostenere il processo non facile del cambiamento, sia nelle persone sia nella comunità.

Andando Oltre!

Ascoltare autenticamente e profondamente significa andare «oltre» in un epoca in cui nessuno ha più tempo per ascoltare veramente, dove è prioritario l’utile personale o di gruppo e dove la corsa sfrenata verso il risultato è posta al primo posto anche a scapito di se stessi e degli altri. Nell’uso comune «ascoltare è perdita di tempo dal momento che il tempo è denaro» (ndr). Con l’Affiancamento si aiuta veramente ad affrontare le piccole e grandi sfide quotidiane, la persona non si sente sola, ma si trova «con» altri in uno stato di vantaggio rispetto al «problema», in quanto impara a spostare l’attenzione sull’atteggiamento rispetto al problema, e finalmente riesce a vedere le cose con occhi diversi. Con l’Accompagnamento si aiuta la persona a sentirsi parte di un gruppo, di una comunità, di una città di un mondo. Si va insieme «oltre»!

Infatti quando ci si sente ascoltati nel profondo, seguiti e resi partecipi di destini di speranza e fiducia, si diviene destinatari di attenzioni sincere e autentiche e nel contempo ritenute inaspettate.  Si attira «buona qualità».

E’ inevitabile a questo punto entrare a far parte di un mondo senza confini, ma decisamente molto interessante in quanto comprendente molteplici siti in cui giacciono meraviglie nascoste ai più, ricchezze autentiche tutte da scoprire.

E occorre innanzitutto capire in che mondo viviamo oggi e dove questo mondo stia andando. Occorre aggiornare l’agenzia dei bisogni delle persone e della comunità. Non possiamo stare fermi a guardare. Non possiamo stimare lo scenario in base al sentito dire o in base a quanto – cosa disdicevole per quanto comodissima – ci viene pressantemente propinato dai social media e dai media in molti casi.  Serve che riusciamo a dire il sì che conta verso la conquista della consapevolezza. Raccogliendo e aggiornando dati autentici direttamente dal territorio.

E’ indubbio serva anche attrezzarsi con rinnovate «formazione e informazione». Sapendo che la strada sarà lunga, puntiamo sui primi passi da fare, che sono:

– usare nuovi occhi per guardare alla realtà del territorio e delle persone residenti;

– focalizzarsi sulla realtà in cui viviamo quotidianamente;

– mettere a frutto le risorse personali e di gruppo per capire come sta cambiando il mondo e come noi possiamo essere utili;

– aggiornare continuamente il nostro modello organizzativo e di riferimento per essere efficaci, costruire ponti e non costruire mura.